Professore emerito di Architettura Cristiana Antica
Gli studi e le ricerche di Federico Guidobaldi si sono sviluppate in vari campi anche se il tema più frequentato e comunque ricorrente è quello delle indagini strutturali e architettoniche, storiche e archeologiche sulle chiese paleocristiane e medievali di Roma.
Tra queste occupa posto rilevante lo studio monografico sulla basilica di S. Clemente, basato anche su decenni di campagne di scavo con indagini stratigrafiche che hanno portato ad un più definitivo inquadramento delle fasi architettoniche e decorative del complesso e alla scoperta del battistero e del secretarium (per ora l’unico scoperto a Roma) della fase paleocristiana.
Frequenti sono stati anche gli studi d’insieme sulle più antiche chiese romane e, in particolare sui tituli, trattati sia dal punto di vista storico-topografico che da quello strutturale; proprio per approfondire le prime installazioni cultuali cristiane le indagini sono state estesamente sviluppate anche nel campo delle domus aristocratiche tardoantiche che, come è poi risultato evidente, avevano spesso offerto i loro ambienti per ospitare molte delle prime chiese cristiane.
Per quanto riguarda gli aspetti decorativi sono i pavimenti marmorei e musivi, sia delle domus che delle chiese stesse, che sono stati analizzati in dettaglio e sottoposti a innovative classificazioni, oggi estese anche ai pavimenti di età classica ed utilizzate a livello internazionale con risultati utilmente applicabili alla cronologia delle fasi costruttive degli edifici di pertinenza. Non di rado, l’esigenza di meglio comprendere le radici culturali di tali manufatti ha suggerito di spingere l’indagine tecnica e tipologica anche ad epoche ben lontane dell’età paleocristiana, come dimostrano gli studi monografici sui pavimenti di Villa Adriana, di Ercolano e della Casa delle Vestali nel Foro romano.
Varie indagini su gli edifici religiosi antichi e medievali sono stati sviluppati anche al difuori di Roma con scavi stratigrafici che hanno fruttato scoperte di fasi e dati del tutto inediti, specialmente nelle Marche dove è stato possibile individuare una basilica carolingia pressoché intatta all’interno dell’abbazia di Rambona ed una cattedrale a pianta centrale del X e XI secolo fino allora mai ipotizzata nella città vecchia di S. Severino Marche. Ulteriori campi di ricerca come quelli del restauro, delle tecniche esecutive di scavo e classificazione, delle strutture e sculture di arredo liturgico, delle fonti e delle documentazioni archivistiche sono stati spesso affiancati come ovvio complemento delle varie ricerche specifiche.